Sabato 5 ottobre, a un anno dall’apertura di Fondazione Spazio Vitale, inaugura Bloodchild. Scenes from a Symbiosis, il terzo progetto a cura di Domenico Quaranta negli spazi di Via San Vitale 5 a Verona. Gli artisti presenti sono Ivana Bašić, Lynn Hershman Leeson, Oliver Laric, Sahej Rahal e la mostra resterà aperta fino al 16 novembre.
Nel corso del XX secolo, il processo di digitalizzazione della società ha ulteriormente radicalizzato delle dicotomie insite nella cultura occidentale: quella tra esistenza e essenza, tra cose e informazioni, tra corpo e anima. In particolare, l’umano viene tradotto in flussi di elettricità e dati, sacrificando la dimensione fisica del corpo, generando sofferenza. Ma è possibile una visione meno dicotomica e più organica del rapporto uomo-tecnologia? Secondo il teorico dell’informazione Giuseppe O. Longo, il rapporto tra umano e tecnologia è un rapporto simbiotico, e l’homo technologicus che emerge da questa relazione è un simbionte. Longo non nega lo squilibrio, ma propone di affrontarlo in un’ottica finalistica, invitando a considerare quali siano i passi necessari per costruire una relazione funzionale in cui siamo noi, in quanto ospiti, a dover impostare il limite.
Nel visionario racconto Bloodchild (1984), la scrittrice afroamericana Octavia L. Butler racconta di un gruppo di profughi umani che, per sopravvivere in un ambiente ostile, si piegano a un’alleanza invasiva, conturbante e pericolosa con una specie aliena; analogamente, nel qui e ora di un ambiente reso ostile – a livello biologico, sociale e spirituale – dal suo intervento, il simbionte uomo-tecnologia si trova nella necessità di riprogettare una relazione di lunga data che ha subito una forte accelerazione negli ultimi decenni, per ricreare le condizioni della propria stessa sopravvivenza.
Bloodchild. Scenes from a Symbiosis è una mostra collettiva che mette a confronto le posizioni di quattro artisti internazionali (Ivana Bašić, Lynn Hershman Leeson, Oliver Laric, Sahej Rahal) riguardo alle forme che ha assunto questa relazione: investigandone le criticità, approfondendo le ragioni del disagio contemporaneo e proponendo, a volte, prospettive di cura: non promuovendo il ritorno a una ipotetica natura umana pre-tecnologica, ma cercando di riportare l’equilibrio tra i due attori della relazione. Nella narrazione della mostra, il “figlio di sangue” è l’uomo che verrà, il frutto di un matrimonio difficile e tormentato; ma è anche l’umanità che siamo già, o che siamo sempre stati, visto che è stato proprio nel suo rapporto con la tecnologia che l’uomo si è definito in quanto specie. In fondo, la sfida che abbiamo davanti è la stessa che combattiamo da quando, per la prima volta, abbiamo trasformato un oggetto in uno strumento.
Informazioni:
Bloodchild. Scenes from a Symbiosis
Ivana Bašić, Lynn Hershman Leeson, Oliver Laric, Sahei Rahal
A cura di Domenico Quaranta
Opening 5 ottobre ore 18
5 ottobre – 16 novembre 2024
Dal Lunedì al Sabato dalle 14:00 alle 19:00
11, 12 e 13 ottobre 2024: 10.00 – 13.00 e 14.00 – 21.00
Fondazione Spazio Vitale
Via San Vitale 5 – Verona