Per Speculum. Intelligence and its Double
Fondazione Spazio Vitale
Via San Vitale 5 – Verona
Opening: Sabato 25 Maggio 2024 – ore 18:00-20:00
Dal 26 maggio al 29 giugno 2024 – dal Lunedì al Sabato dalle 14:00 alle 19:00
Artisti: Émilie Brout & Maxime Marion; Silvia Dal Dosso; Caroline Delieutraz; Daniel Felstead & Jenn Leung; Sanela Jahić; Kamilia Kard; Lorem; Jonas Lund; Jon Rafman; Anna Ridler
Émilie Brout e Maxime Marion hanno iniziato a collaborare all’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi. Le loro opere fanno parte di collezioni come quella del Centre Pompidou e sono state pubblicate da media come Le Monde o Frieze. Tra le mostre più importanti figurano il KW Institute for Contemporary Art di Berlino (2024), il Centre Pompidou di Parigi (2023) e Villa Arson di Nizza (2022). Brout e Marion esplorano le connessioni tra la storia dell’arte e la cultura visiva contemporanea, in particolare il web, creando opere video che mescolano elementi critici ed emotivi. Il loro lavoro presenta spesso una dimensione ibrida e ambigua che sfida le convenzioni narrative e rivela i meccanismi di produzione dietro le immagini.
Silvia Dal Dosso è una creativa, regista e ricercatrice di tecnologie digitali e sottoculture di internet. Nel 2016 ha co-fondato Clusterduck, un collettivo artistico che opera nei campi della ricerca, del design e della transmedialità. Con Clusterduck ha co-creato mostre collettive e installazioni interattive come #MEMEPROPAGANDA, Meme Manifesto, The Detective Wall, e pubblicazioni come The Detective Wall Guide (Aksioma, 2021). Scrive regolarmente di arte, tecnologia e di come sopravvivere ad essa, su Domus, Not, INC Longform e altre pubblicazioni.
Caroline Delieutraz esplora la circolazione delle immagini e il modo in cui esse rimodellano il nostro immaginario e influenzano la nostra coscienza. Rifiutandosi di pronunciarsi sul futuro – utopico o distopico – del Web, ne prende in prestito la cultura della collaborazione e del fai-da-te. L’artista raccoglie materiali visivi che manipola e rielabora per creare spostamenti che incoraggiano l’ibridazione e l’intreccio relazionale. In installazioni che spesso combinano tecniche digitali e artigianali, l’artista dà materialità a fenomeni fluidi e sfuggenti. Le costruzioni e le decostruzioni che ne derivano ci ricordano la natura profondamente fittizia delle immagini. Il lavoro di Delieutraz è stato esposto in numerose mostre personali e collettive. Vive e lavora a Parigi.
Daniel Felstead è un accademico e produttore di contenuti la cui pratica si concentra sul rapporto tra moda, tecnologia e cultura. Attualmente dirige il corso MA Fashion Media & Communication presso il London College of Fashion (UAL). Daniel ha tenuto conferenze e presentato lavori a livello internazionale, tra cui Architectural Association, Berlin Critics Week, dieAngewandte, Fundació Foto Colectania, Global Art Forum, ICA, PAF, RCA, Tate e V&A. Ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università di Londra.
Jenn Leung è un’educatrice e artista tecnica. È docente di Tecnologia creativa e Design presso il London College of Fashion (UAL) e membro di Off World Live, un gruppo di ingegneria e ricerca per i creatori di Unreal Engine. È anche co-fondatrice di Xalon, un progetto comunitario XR per ambienti collaborativi in rete.
Sanela Jahić si è laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti e Design di Lubiana e nel 2010 ha conseguito un master in Arte Pubblica e Nuove Strategie Artistiche presso la Bauhaus University di Weimar. Jahić è un’artista multimediale che costruisce oggetti e installazioni visuali e cinetiche con l’uso della tecnologia. Attraverso gli strumenti tecnologici, problematizza la società e gli individui che la compongono. Nella sua ultima produzione, l’artista colloca la ricerca delle complesse relazioni tra tecnologia e sociale, gli individui e la loro identità direttamente nel contesto della critica dei rapporti di produzione capitalistici. La pratica artistica di Jahić prevede spesso la collaborazione con specialisti di ingegneria meccanica, automazione, software ed elettronica. Vive e lavora a Škofja Loka, e ha esposto il suo lavoro in molte mostre in Slovenia e all’estero.
Kamilia Kard è un’artista e ricercatrice il cui lavoro esplora il modo in cui l’iperconnettività e le nuove forme di comunicazione online hanno modificato e influenzato la percezione del corpo umano, nonché i nostri gesti, sentimenti ed emozioni. La sua pratica spazia dai dipinti digitali ai siti web, dalle installazioni video alle sculture stampate in 3D, dalle gif animate agli ambienti virtuali interattivi e alle performance aumentate. Ha esposto a livello internazionale in musei, gallerie, spazi pubblici e online. È autrice di Arte e Social Media. Generatori di Sentimenti (2022) e insegna Comunicazione Multimediale all’Accademia di Brera, Milano.
Lorem è un artista/collettivo che esplora stati di coscienza e dataset emotivi attraverso esperienze narrative audiovisive viscerali. Tra i precursori nell’uso del machine learning in ambito estetico, ha iniziato ad ampliare i confini della propria ricerca, sviluppando un linguaggio unico, frutto della convergenza di approcci diversi. Ha collaborato con artisti e ricercatori, tra cui: Danny Elfman, Blixa Bargeld (Einturzende Neubaten), MAEID, Acre, Senyawa, Mario Klingemann, Silvia Costa. I lavori di Lorem sono stati esposti in vari contesti istituzionali e festival, come Ars Electronica, Biennale di Venezia, Opéra de Lille, London Design Biennale, Berlin Transmediale, NXT Museum di Amsterdam, Sheffield International Documentary Festival, Festival de la Imagen in Colombia, Elektra BIAN di Montreal e KW Berlin.
Jonas Lund crea dipinti, sculture, fotografie, siti web e performance che riflettono criticamente sui sistemi di rete e sulle strutture di potere contemporanee. La sua pratica artistica prevede la creazione di sistemi e l’impostazione di parametri che spesso richiedono il coinvolgimento dello spettatore. Ciò si traduce in opere d’arte performative in cui i compiti vengono eseguiti secondo algoritmi o una serie di regole. Attraverso le sue opere, Lund indaga le più recenti questioni generate dalla crescente digitalizzazione della società contemporanea, come l’autorialità, la partecipazione e la distribuzione dell’agency. Allo stesso tempo, mette in discussione i meccanismi del mondo dell’arte; sfida il processo di produzione, il potere autoritario e le pratiche del mercato dell’arte.
Interprete visionario della tormentata mente umana, dei flussi di coscienza e delle ansie del presente, Jon Rafman esplora l’impatto totalizzante del virtuale nella rappresentazione del nostro tempo. Attraverso un immenso vocabolario che attinge alla cultura di internet, al mondo virtuale, ai videogiochi e alle zone più insidiose del web, Rafman crea paesaggi surreali e assoluti in cui alimenta un costante senso di perdita e alienazione, di istinto e memoria, di resurrezione e morte, di sacrificio estremo e rinascita. In un mondo oppresso dall’ossessione, dalla paranoia, dal senso di vuoto e di perdita, l’artista ci conduce nei regni più nascosti del web, tra le pulsioni viscose che sostituiscono la realtà e al tempo stesso la incarnano.
Anna Ridler è un’artista e ricercatrice che si occupa di sistemi di conoscenza e di come vengono create le tecnologie per comprendere meglio il mondo. È particolarmente interessata alle idee sulla misurazione e sulla quantificazione e a come queste si relazionano con il mondo naturale. Il suo processo comporta spesso il lavoro con collezioni di informazioni o dati, in particolare dataset, per creare opere che si collocano all’intersezione tra il concettuale, il bello e l’assurdo. Ridler ha conseguito un master in Information Experience Design presso il Royal College of Art e una laurea in Lingua e letteratura inglese presso l’Università di Oxford, oltre a una borsa di studio presso il Creative Computing Institute della University of the Arts London (UAL). Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni culturali di tutto il mondo. Vive e lavora a Londra.